In Italia, come del resto in tutto il mondo, Toscana è sinonimo di buon vino. Nobile di Montepulciano, Chianti Classico, Brunello di Montalcino: basterebbe citare questa meravigliosa triade per capire come mai la viticoltura di questa regione sia nota a chiunque ami il nettare di Bacco. Vini che hanno tutti una caratteristica in comune: l’uvaggio di base. Parliamo di sua maestà il Sangiovese, che nelle sue diverse varietà conferisce ai vini corpo, struttura, profumi, freschezza e piacevolezza uniche. Praticamente tutto ciò che il wine lover si aspetta di trovare all’interno di un calice. Non di solo Sangiovese, però, è fatta la Toscana. Ci sono altri uvaggi autoctoni, cosiddetti “minori” per la loro più ristretta diffusione, che sono portatori di una grande tradizione vitivinicola, spesso utilizzati proprio in associazione al Sangiovese per conferire ancora più profumi e attenuare, senza per questo svilire, la ruspante esuberanza del vitigno principale. Oggi ve ne presentiamo tre: Colorino, Ciliegiolo e Canaiolo.
Il Colorino, come lascia intendere il nome, è chiamato così per la colorazione particolarmente intensa delle sue vinacce. Proprio per questa sua caratteristica, viene spesso utilizzato assieme ad altri uvaggi per rinforzare il colore rosso del vino, che in gioventù si presenterà con un bel rosso rubino acceso dai riflessi violacei. Un grande lavoro di selezione sugli acini, portato avanti in Toscana soprattutto negli ultimi cinque anni, ha fatto sì che si cominciasse a vinificare il Colorino anche in purezza, ottenendo vini di piacevole beva e bella freschezza, ma non di grandissima longevità. Anche il Ciliegiolo chiarisce fin da subito, attraverso il nome, le sue caratteristiche: fresco e profumato, dall’inconfondibile aroma di ciliegia, viene utilizzato spesso come sostegno al Sangiovese per ottenere vini dai sentori olfattivi ancora più piacevoli e intensi. Se vinificato in purezza, farà nascere vini dagli intensi aromi primari di frutta rossa fresca. Perfetto anche per i vini rosati di pronta beva, si presta però bene anche all’appassimento, così da far nascere vini di bella struttura, buona alcolicità e ottima tenuta all’invecchiamento.
Infine il Canaiolo: diffuso anche in altre zone del centro Italia, dal Lazio all’Abruzzo, fino alle coste della Liguria e al cuore verde dell’Umbria, è un vitigno che regala vini di buona alcolicità e grande morbidezza, dal tannino vellutato e setoso. Non a caso viene spesso accompagnato, in una percentuale che in genere va dal 10 al 15 percento, ai Chianti e Chianti Classico a base Sangiovese, per conferire maggiore morbidezza alla beva.