Partiamo dal capire cosa sia un decanter. Vi sarà capitato spesso, al ristorante, di apprezzare delle raffinate ampolle in vetro o cristallo con dentro del vino. Quel tocco di eleganza in tavola è decisamente apprezzabile, ma il reale compito della bella ampolla è un altro: far decantare il vino. E’ proprio lui il famoso decanter, conosciuto da tutti (di nome) e ignorato da troppi (di fatto).
La decantazione consente di apprezzare a pieno le qualità di un vino e sono due le ragioni fondamentali per cui si travasa nel decanter: separarlo dall’eventuale sedimento che si è formato nella bottiglia durante un periodo di lungo invecchiamento; ossigenarlo, in maniera tale che possa sviluppare nel modo migliore il bouquet aromatico.
I vini invecchiati devono essere decantati solo poco tempo prima di essere bevuti. Questo perché areandoli troppo si rischia di perdere il bouquet, reso “fragile” dal lungo invecchiamento. Il decanter ideale dovrà avere un’apertura stretta da cui versare il vino molto lentamente, facendo attenzione a non travasare anche i sedimenti.
Decantare grandi vini (relativamente) giovani, ad esempio un Brunello del 2010, è un obbligo quantomeno morale. Questi vini complessi, con tannini ancora molto vivi, hanno bisogno di essere ossigenati abbondantemente in modo tale da ammorbidirsi ed esaltare gusti e aromi. In questi casi è preferibile un decanter dal collo molto aperto e un’ampia base. Il consiglio è di decantare da una a quattro ore prima di servire: più il vino è giovane e tannico, più a lungo dovrete prolungare.
Non tutti i vini hanno però bisogno di essere decantati, come i vini bianchi (tranne qualche eccezione), i rossi di “pronta beva” e le bollicine.