Il Canaiolo

Il Canaiolo

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Odore di spezie e violetta; sapore di ribes, ciliegia e frutti maturi. Non c’è che dire: il Chianti Classico che state assaggiando è davvero un gran vino, armonico e di corpo, dai profumi intensi e persistenti. Ed è proprio dell’olfatto che vogliamo parlarvi, e di quel vitigno che rende i vini dell’Italia Centrale così piacevoli alle narici: il Canaiolo, conosciuto anche come Canaiolo Nero.

È un uvaggio che conferisce sentori di spezie e aromi di frutta rossa e nera a quei vini che derivano perlopiù dal vitigno Sangiovese. Non solo Chianti e Chianti Classico, quindi, ma anche Nobile di Montepulciano, Rosso Orvietano, Cerveteri Laziale, Morellino di Scansano e altre pregiate etichette sia Doc che Docg. Le piante di Canaiolo prediligono territori collinari (come quelli toscani, luogo d’elezione di queste uve) e climi caldi, con buona esposizione. Il vino che ne deriva è di colore rosso rubino intenso, mediamente alcolico ma di scarsa acidità: caratteristica che lo rende perfettamente compatibile al Sangiovese, di cui costituisce un po’ il “completamento” olfattivo e gustativo (per un 80 percento di Sangiovese vengono utilizzate, in genere, parti di Canaiolo che si aggirano intorno al 10, 15 percento).

Le origini del nome sono, come spesso accade, piuttosto incerte. I primi riferimenti risalgono al Quattordicesimo secolo, e si dividono fra coloro che attribuiscono il termine alla “canicola” estiva (queste uve iniziano, infatti, la loro maturazione in pieno agosto) e chi pensa che derivi dalla “rosa canina” (pianta selvatica dal sapore amaro), per via del sentore decisamente amarognolo. Sia quale sia l’origine del nome, resta il fatto che siamo di fronte a un’uva di “spalla”, che assiste bene il “fratello maggiore” Sangiovese nei nostri calici fin su alle narici.