Il dolce vin novo!

Il dolce vin novo!

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Si sa il rinascimento è l’uscita dell’uomo dal fosco periodo medievale, dove tutto era peccato e dannazione. Ma con l’avvento del Uomo Nuovo, e dei grandissimi poeti del periodo, anche il vino ricomincia a riprendere il suo status di bevanda degli dei e confortatrice di uomini.

Nella nostra Italia umanista molti hanno inneggiato al vino;   come il sommo poeta Dante che ci dice: Guarda il calor del sole che si fa vino e ancora Lo dolce ber che non m’avria mai sazio!

Il più prosaico Cecco Angiolieri era un vero fan del vino: Sia benedetto chi per primo inventò il vino che tutto il giorno mi fa stare allegro.

Petrarca di rimando afferma : Vino o vinello che è antidoto alla lussuria e conforto alla temperanza.

Diciamocelo, d’altronde non c’era molto da fare nel XII secolo…

Anche il Genio dei geni Leonardo da Vinci tra uno studio e uno schizzo di sanguigna affermava : Et però credo che molta felicità sia agli uomini che nascono dove si trovano i vini buoni.

Il vino è cosi dolce, amabile e consolatore che solo l’amore di Nostro signore lo può superare, lo afferma il Patrono D’italia San Francesco D’Assisi che nel suo Cantico dei Cantici più volte lo mette a paragone dell’amor divino: Più inebriante del vino è il tuo amore… e ancora …Il tuo grembo è una coppa rotonda / dove non manca mai vino aromatico… e ancora audacemente : Baciami con un bacio della tua bocca, perché le tue mammelle sono migliori del vino. Lo dice un santo sia chiaro…

Lasciamo la chiusura a Angiolo Poliziano poeta di Montepulciano patria di ottimo vino che nel coro della sua Fabula di Orfeo esordisce inequivocabilmente con una ode al Vino: Ognun segua, Bacco, te!/Bacco Bacco, eù, oè!/Chi vuol bever, chi vuol bevere,/vegna a bever, vegna qui.

E noi siamo perfettamente d’accordo con loro!